Biohacking, cos’è e a cosa serve se parliamo di salute e longevità?

Biohacking, cos’è e a cosa serve se parliamo di salute e longevità?

Hai mai sentito parlare di Biohacking?
Scopriamo di cosa si tratta e come può aiutarci a vivere meglio.

Sono passati pochi giorni dal solstizio d’inverno: il giorno più corto dell’anno e l’inizio dell’inverno astronomico. Il tema della luce è centrale anche nei nostri approfondimenti metodologici, dato che è il principale regolatore dell’attività rigenerativa muscolare e ossea.
Ma la stagione invernale è sinonimo anche di freddo. La neve, le città illuminate, l’aria del Natale e le atmosfere accoglienti riscaldate da un camino acceso colorano le nostre esistenze di magia.

In questi ultimi giorni dell’anno capita spesso che si preferisca il riposo della mente, allontanandosi dalla frenesia quotidiana, attraverso la quiete della campagna addormentata o meditando davanti al mare inquieto. Così, ci sembra di sentire l’essenza più profonda del paesaggio assopito.

Abbiamo parlato di luce, freddo, meditazione, riposo: questi tratti sono i pilastri del biohacking. Elementi fondamentali con cui l’uomo ha imparato a interagire per regolare la sua vita fin dalla preistoria. Oggi analizziamo l’azione di queste componenti nell’ambito degli studi a confine tra la biologia, la neurofisiologia e la gestione del movimento.

Negli ultimi tempi, abbiamo concepito un progetto innovativo che va oltre il classico concetto di “fare esercizio”. I motivi conduttori di questo cambiamento sono stati:

  • La voglia di sperimentare in autonomia su noi stessi;
  • La tendenza a condividere le nostre scoperte;
  • L’utilizzo della tecnologia.

Questo progetto è riassumibile nel biohacking, che incontra la scienza del movimento per descrivere qualcosa di assolutamente concreto: una serie di interventi mirati ad ottimizzare il benessere e la salute dell’uomo.

Anche se è difficile dare una definizione univoca del movimento in ambito di biohacking, abbiamo provato a racchiuderla divulgando le esperienze di Outdoor Experience, un contenitore di benessere in movimento, ideale per allontanarsi dalle mura che delimitano il perimetro delle nostre giornate frenetiche per riscoprire il contatto con la natura che ci circonda.

Ogni seduta di outdoor experience è dedicata a una o più tecniche di biohacking. Regola fondamentale è l’ambiente incontaminato che il nostro territorio ci offre. Una combinazione di esperienze in contesti e spazi privi di vincoli, dove l’ambiente e la persona sono protagonisti e la natura diventa strumento di crescita esperienziale e di connessione che si traduce in un chiaro beneficio a carico dei ritmi circadiani e dei livelli di cortisolo.

BIOHACKING E RESPIRAZIONE

Siamo davvero convinti che la respirazione sia regolata dalla necessità di ossigeno? Niente di più falso dal punto di vista fisiologico. In condizioni normali, la respirazione è regolata in base alla concentrazione di anidride carbonica (CO2) negli alveoli e nel sangue.

Se la respirazione non è normalizzata, neanche gli altri movimenti possono esserlo. Si entra, così, nel circolo vizioso dello stress. Attraverso il lavoro in natura si aiuta a padroneggiare i principi della respirazione funzionale, dalla flessibilità dell’atto respiratorio, passando dai benefici della respirazione nasale fino all’esplorazione consapevole delle apnee.

Con la respirazione funzionale regoliamo il tono vagale, una complessa rete neuro endocrina, che attraverso gli ormoni, bersaglia i tessuti e regola i processi antinfiammatori del corpo.

LA DEGUSTAZIONE AL BUIO

Una delle esperienze più esplosive dal punto di vista sensoriale è sicuramente la degustazione al buio.
Quante volte mangiamo senza assaporare?
Quante volte il cibo nel piatto finisce prima che noi possiamo accorgercene, sopraffatti dai pensieri?

Nella degustazione sensoriale al buio, escludendo la vista, proviamo ad amplificare la funzione di altri canali sensoriali.
Così ogni cibo ha un gusto diverso, ogni movimento lo percepiamo in modo differente, liberi di sentire il tempo che passa nella sua interezza.

IL FREDDO E I SUOI BENEFICI

Si parla molto dei benefici del freddo in ambito riabilitativo e immunitario. Ma come il freddo stimola il nostro sistema nervoso? È davvero un limite della nostra mente? Devo resistere al freddo o mi devo lasciare attraversare?

Nelle sedute di outdoor experience nei mesi più ostici dell’anno abbiamo provato più volte ad uscire dalla zona confort per metterci in contatto con le emozioni primordiali. L’esposizione graduale al freddo, infatti, che sia attraverso la semplice svestizione o l’immersione in acqua gelida, favorisce il reset del sistema nervoso autonomo, attivando specifiche molecole antinfiammatorie, attiva la termogenesi del grasso per regolare i livelli di tessuto adiposo, ci aiuta ad affrontare meglio il dolore e apre una finestra sulle nostre emozioni.

CONSAPEVOLEZZA MOTORIA

Ci piace definire non più il cervello come Sistema Nervoso Centrale ma come Sistema Motorio Centrale. Questo perché il movimento è alla base di qualsiasi forma di apprendimento e, quindi, della nostra esistenza umana. Il Movimento non è una manifestazione oggettivabile e circoscrivibile a una serie di “gestualità” parziali e specifiche, che tutti definiscono esercizi.

Nell’outdoor experience, ad esempio, non esistono esercizi per dimagrire, esercizi posturali, esercizi per la corsa. Il Movimento non è riducibile alla tecnica esecutiva di un esercizio, all’intensità di una performance, alla quantità di km percorsi. Ogni seduta è un’esperienza vissuta sul proprio corpo, ogni stimolazione sensoriale è un mezzo per poter donare la capacità di conoscersi e di acquisire consapevolezza su se stessi a prescindere dalle proprie capacità e dall’esperienza pregressa.

GIOCO E GESTIONE DELLO STRESS

Il gioco è un ottimo strumento per migliorare i livelli di autoefficacia e per abbattere il rimuginare. Ma come agisce a livello del sistema nervoso?

Partendo da cosa genera, capiamo la bellezza e la potenza del gioco: leggerezza, imbarazzo, svago, divertimento, libertà. Tutto sta lì, nel lasciare fluire le sensazioni all’interno del recinto protetto delle regole del gioco. Così, il gioco insegna più agli adulti che ai bambini a sublimare le esperienze, a non drammatizzare nulla, a non rinunciare dopo un fallimento, ad approcciare con più leggerezza alle situazioni del quotidiano.

All’interno di un format predefinito, il gioco crea un ponte tra coscienza, esperienza concreta ed esperienza emotiva, abbatte l’attività della corteccia prefrontale e la produzione impropria di cortisolo.

In questo anno ricco di incontri e crescita, l’outdoor experience è stato veicolo di profonda condivisione. Abbiamo voluto presentare le tecniche di biohacking, per riflettere sulla nostra fisiologia e su come riconoscere le assonanze tra noi e l’ambiente, tema sempre più impellente per un futuro sempre più sostenibile, per empatizzare ed integrarci con esso e gli altri esseri viventi.

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