In questi mesi abbiamo preso parte al progetto Galattica – progetto promosso dalla Sezione Politiche Giovanili Puglia e ARTI Puglia, realizzato dall’Amministrazione comunale di Fasano – dando forma a un laboratorio che parlasse di salute e movimento.
Di cosa avremmo potuto parlare, infatti, se non del tema che ci sta più a cuore?
Abbiamo aderito a questa iniziativa con entusiasmo perché abbiamo letto nella realizzazione di questo laboratorio un’opportunità preziosa per i cittadini, una finestra attraverso la quale affacciarsi con più consapevolezza a concetti spesso distanti come quello di salutogenesi.
STRUTTURA DEL LABORATORIO: dalla teoria alla pratica
Con il nostro laboratorio “CORE be wellness” per il progetto Galattica abbiamo accompagnato 20 persone in un percorso di scoperta attraverso due fasi, una teorica e una pratica.
La fase introduttiva è stata svolta in aula con test e incontri informativi sui principi di uno stile di vita sano.
In questi appuntamenti siamo stati affiancati da professionisti dell’area sanitaria: la dott.ssa Patrizia Lamberti biologa nutrizionista e la dott.ssa Tonia Di Bello psicologa psicoterapeuta.
La seconda parte di questo percorso, invece, si è svolta in natura. Scegliendo diversi scorci del territorio di Fasano abbiamo avuto la possibilità di far sperimentare ai partecipanti i pilastri dell’Outdoor Experience: trekking di livello semplice, respirazione, parziale esposizione al freddo, attività ludiche attraverso giochi di coppia, di collaborazione o di squadra tratti dalla tradizione popolare, che agiscono sull’equilibrio tra la componente prefrontale e limbica (gestione emozioni) del cervello, migliorando i livelli di autoefficacia.








In questi incontri abbiamo lavorato anche sulla connessione con la natura in quella che può essere definita una specie di “messa a terra” biologica (earthing) e sulla consapevolezza corporea con le pratiche di anatomia esperienziale.
L’attività di earthing prende il nome dall’etimologia della parola inglese “earth” ovvero terra, che in questo caso assume il significato di “radicarsi”. La pratica consiste nell’entrare in contatto diretto con la natura, ad esempio attraverso una camminata a piedi nudi nella sabbia o sul fogliame, permettendo uno scambio di elettroni (carica negativa) con il terreno, che dà la possibilità di armonizzare il nostro campo elettrico con quello della terra. I benefici di questa pratica sono molteplici: fluidifica il sangue migliorando e agevolando la circolazione, migliora l’assorbimento dei radicali liberi e quindi ha un forte effetto antinfiammatorio, aiuta il microbiota intestinale.
L’anatomia esperienziale, invece, è la messa in pratica del potenziale salutogenico generato dal movimento “incarnato” e “consapevole” noto in letteratura anche come “embodiment”. Qualsiasi tensione, rigidità, lassità e distonia in una parte del corpo limita l’attività cellulare vitale dei tessuti muscolari. Attraverso le pratiche di anatomia esperienziale, si può utilizzare la reattività delle cellule al calore, alle vibrazioni, al tatto e qualsiasi altro tipo di segnale meccano-biologico per portare guarigione, consapevolezza e influenzare il cambiamento posturale e i livelli di energia.
TEST: c’è stato un miglioramento nello stato di salute dei partecipanti al laboratorio?
In questo percorso siamo partiti da un presupposto condiviso con il gruppo: ogni individuo nella sua complessità e univocità è posizionato in un punto di un continuum ai cui estremi vi sono la salute e la malattia; ciascuno di noi, quindi, potremmo dire che è un po’ sano e un po’ malato.
Attraverso i diversi incontri il nostro obiettivo è stato seminare comportamenti virtuosi in tema di stili di vita, osservando anche la presenza di cambiamenti positivi nello stato di salute generale dei partecipanti.
Per far ciò, in occasione del primo e dell’ultimo incontro, abbiamo esaminato diversi parametri tramite la somministrazione di questionari validati in letteratura scientifica:
- Test dei sintomi vaghi e aspecifici (MUS)
- Test della respirazione disfunzionale Nijmegen (NQ)
- PAR-Q test, per la valutazione del livello di attività fisica (Physical Activity Readiness Questionnaire)
L’obiettivo è stato, dunque, verificare l’efficacia del protocollo di intervento nell’allenamento in natura di 12 sedute per migliorare i parametri di salute come sintomi vaghi, respirazione e indice di attività fisica.
Con l’intervento educativo di questo laboratorio abbiamo riscontrato la scomparsa o la riduzione nel numero e nell’intensità dei MUS (Medically Unexplained Symptoms), ovvero sintomi che possono essere definiti vaghi e aspecifici: stanchezza cronica, disturbi del sonno o dell’appetito, irritabilità del colon o stipsi, disturbi del tono o dell’umore, sindromi dolorose aspecifiche ecc. Questo dato è traducibile in un sensibile miglioramento della qualità della vita dei partecipanti.
Tutti gli interventi proposti, infatti, applicati sinergicamente ad un corretto stile nutrizionale, portano a un aumento del benessere complessivo, inteso come regolazione della funzione ormonale, aumento della massa muscolare, normalizzazione dell’idratazione a cui corrisponde una riduzione dell’infiammazione di basso grado, tutti aspetti intrinsecamente legati alla sintomatologia vaga e aspecifica.
Conclusioni
Una grande varietà di letteratura scientifica supporta il movimento in natura e i dati raccolti suggeriscono che in futuro dovremmo auspicare di affiancare alle comuni forme di prevenzione primaria anche progetti affini all’attività motoria, come quello realizzato con questo laboratorio per il progetto Galattica, come quello di cui ci occupiamo da anni con l’Outdoor Experience.
«Ho scoperto che è possibile guardare le cose da un’altra prospettiva», ha affermato una partecipante al termine del percorso. Ed è proprio questo che noi facciamo e vogliamo che sempre più venga fatto: guardare le cose da un’altra prospettiva per scoprire che ci sono molte strade percorribili, sentieri di salute che possono migliorare la qualità della vita.
Sapere che questo messaggio è stato trasmesso attraverso questi incontri significa aver seminato qualcosa. Perché seminare e nutrire la salute significa colmare lo spazio, spesso trascurato, tra stato di benessere e stato patologico, senza dare per scontato che l’assenza di patologie specifiche equivalga ad avere una salute ottimale.